Banale, semplice, confuso, triste come sempre ma mai uguale nel bene e nel male, si è presentato di nuovo, il lunedì.
Il piacere effimero di un caffè ristretto svanisce presto tra le parole dei colleghi ed i racconti dell’orrore di quel venerdì in cui tu non ci sei stato e per questo è accaduto di tutto, quasi a punirti.
Eccoci ancora una volta a rincorrere lancette come il Bianconiglio, per servire sempre meglio i padroni avidi del tuo tempo, coloro che mai ti daranno ma che sempre esigeranno ogni minuto e ogni pensiero.
Generazione di ossessionati dalla mancanza di tempo la nostra, stress, depressioni, sindromi, eppure sembrerebbe che ” una volta stavano peggio”, peggio di così? Verrebbe da chiederselo, forse è solo vero che ogni epoca piange i suoi caduti ed il nostro più grande e compianto è IL TEMPO.
Domandarsi se è giusto o sbagliato forse non ha alcun senso, forse la cosa migliore è cercare con tutte le forze di recuperarlo laddove si può, per come ci è possibile fare, lasciando in secondo piano per un po’ i “doveri” che gli altri, stereotipi, imprenditori, titolari, parenti, amici e alter ego, ci hanno insegnato e tirando il freno a mano, gustandosi anche solo per un attimo il correre frenetico della vita dal punto di vista di chi sta fermo.
Perchè ci sarà venuto in mente di raccontare questo non lo sappiamo, forse semplicemente per alleviare il nostro lunedì o forse per sentirsi parte di un tutto, che anche se corre veloce è interminabilmente bello.
Nel chiudere questo post ci è venuta voglia di fare una domanda a chi ha scelto di regalarci un po’ del suo tempo:
Quanto vale il tuo tempo?
Sapresti associare un’ora del tuo tempo ad un numero?
Quanto si distacca questa associazione da come, nel mondo del lavoro, viene valutato il tuo tempo?
Grazie a coloro che ci hanno regalato un po’ del loro tempo ma anche a coloro che hanno scelto di andare via da qui.