Acqua bene comune: fonte di vita, fonte di arte.
Nell’ultimo episodio del PizzaCast si sono già affrontati questi due argomenti, ma ci piaceva dare anche questo punto di vista mettendoli in relazione…
In questa estate un po’ strana, meteorologicamente parlando, gli accadimenti politico-sociali hanno seguito un po’ l’andamento del tempo: variabili e non sempre positivi o negativi. E’ nostra abitudine evidenziare ed in qualche modo sottolineare gli accadimenti positivi, soprattutto se, come in questo caso, li riteniamo un passo avanti per l’intera comunità terrestre! 🙂
Veniamo al dunque. Il mese di luglio ha visto sancire due diritti fondamentali per l’uomo, seppure non pargonabili su tutta la linea: l’acqua e l’accesso ad internet.
In un mondo così globalizzato riteniamo meno importante il “dove” siano stati espressi tali concetti, quello che conta è che sia stato definito diritto umano poter usufruire gratuitamente di acqua potabile ed un diritto civile poter accedere alla più grande fonte di informazione che è la rete internet.
Le due notizie sono a nostro avviso legate da un doppo filo logico: il bisogno di tali accessi ma anche la necessità di dover sancire tale bisogno come fondamentale.
Evidentemente da una parte vi è una minaccia a tale diritto, l’accesso all’acqua potabile, che è materia in Italia di una raccolta di firme contro la privatizzazione, è infatti oggi negato ad almeno 884 milioni di abitanti del globo terrestre, dei quali gran parte sono bambini che muoiono o si ammalano a causa della mancanza di acqua, dall’altra parte vi è la necessità di affermare che l’accesso ad internet sia un bisogno fondamentale dell’uomo nel 2010 e che tale bisogno, ed ecco anche qui la minaccia, non può e non deve sottostare alle logiche del profitto.
Finalmente quindi all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, dopo oltre 15 anni di dibattiti sulla questione, il 28 luglio 2010 si è votato al Palazzo di Vetro un documento che, appunto, consacra l’accesso all’acqua come un diritto umano. A favore di una risoluzione in tal senso (presentata dalla Bolivia) hanno votato 122 Paesi, mentre altri 41 si sono astenuti. Il testo “dichiara che l’accesso a un’acqua potabile pulita e di qualità, e a installazioni sanitarie di base, è un diritto dell’uomo, indispensabile per il godimento pieno del diritto alla vita”. Il testo va poi oltre invitando gli Stati e le organizzazioni internazionali ad adoperarsi per fornire aiuti finanziari e tecnologici ai Paesi in via di sviluppo e li esorta a “aumentare gli sforzi affinché tutti nel mondo abbiano accesso all’acqua pulita e ad installazioni mediche di base”.
Quanto all’accesso d internet è la Finlandia, nazione spesso illuminata nel suo modo di vedere il futuro, che ha definito con la legge del 29 giugno 2010, internet come un diritto civile cui ciascun cittadino deve poter accedere. Dal primo luglio, infatti, la Finlandia è diventata la prima nazione al mondo nella quale ogni cittadino ha il diritto di avere una connessione Internet con una velocità minima di 1Megabit per secondo.
Questa legge servirà a coprire le circa 4000 famiglie finlandesi che soffrono ancora del digital divide ed obbligherà di fatto i provider a raggiungere con i cavi anche i villaggi e quelle zone meno convenienti da coprire dove vivono circa 5,3 milioni di cittadini.
Il Ministero per le Comunicazioni afferma infatti che «una connessione a banda larga di alta qualità a un prezzo ragionevole è un diritto elementare»; tutti i 26 operatori presenti nel Paese «definiti come fornitori di un servizio universale, dovranno essere in grado di servire ogni abitazione residenziale permanente o ufficio» con una velocità di download dei dati di almeno un megabit al secondo.
Secondo fonti del Ministero la quasi totalità delle abitazioni residenziali rispetta già le direttive adottate. Difatti il 90% dei domicili finlandesi possedeva già una connessione ad internet così come già nel 1990 un buon numero di finlandesi gestivano il proprio conto bancario via internet e dal 2000 i genitori ricevono le “note sull’agenda” dei professori e le assenze dei propri figli a scuola via internet.
Questa legge servirà a coprire le circa 4000 famiglie finlandesi che soffrono ancora del digital divide ed obbligherà di fatto i provider a raggiungere con i cavi anche i villaggi e quelle zone meno convenienti da coprire dove vivono circa 5,3 milioni di cittadini.
Il Ministero per le Comunicazioni afferma infatti che «una connessione a banda larga di alta qualità a un prezzo ragionevole è un diritto elementare»; tutti i 26 operatori presenti nel Paese «definiti come fornitori di un servizio universale, dovranno essere in grado di servire ogni abitazione residenziale permanente o ufficio» con una velocità di download dei dati di almeno un megabit al secondo.
Secondo fonti del Ministero la quasi totalità delle abitazioni residenziali rispetta già le direttive adottate. Difatti il 90% dei domicili finlandesi possedeva già una connessione ad internet così come già nel 1990 un buon numero di finlandesi gestivano il proprio conto bancario via internet e dal 2000 i genitori ricevono le “note sull’agenda” dei professori e le assenze dei propri figli a scuola via internet.
Suvi Linden, ministro dell’ICT finlandese, ha infatti recentemente dichiarato alla BBC: “We considered the role of the Internet in Finns’ everyday life. Internet services are no longer just for entertainment”
La Finlandia non è l’unica nazione europea che guarda ad Internet quale un diritto civile dei cittadini: in Francia la Corte Suprema ha dichiarato che l’accesso a Internet è un diritto mentre Spagna e Regno Unito hanno in cantiere delle leggi simili che entreranno in vigore rispettivamente dal 2011 e dal 2012.
Grandi bagai 🙂
Anche con la “scaletta a caso”, come avete detto voi, mi avete fatto compagnia nel triste e mesto viaggio verso l’ufficio (oggi rientro al lavoro)… almeno mi avete fatto sorridere ehehhe 🙂
Ma quanto ci fa ridere il “bagai”!!! Ormai lo uso quotidianamente con Bea….ma dimmi Albe, com’è al singolare?
Felici di averti allietato….a presto….anche con il tuo podcast, mi raccomando!
Ehehe “bagai” è invariante: si dice “il bagai” o “i bagai” 🙂
Me lo diceva sempre la mia nonna…