Poco più di un mese fa, quando abbiamo iniziato questa avventura, non avremmo mai immaginato di poter avere un pubblico, nè che questo pubblico arrivasse a sottoporci delle proprie cose, scritti, immagini, sensazioni, opinioni, etc.
Grazie mille di cuore alla piccola comunità che si è creata intorno a CasaPizza, i vostri commenti ci fanno sempre molto piacere! 🙂
Oggi ci è arrivato questo testo e ci sarebbe sembrato davvero un peccato non farvelo conoscere.
Come ci precisa l’autore Conraf, si tratta di una provocazione che siamo certi toccherà le coscienze e gli intelletti di chi la leggerà.
” S’io fossi sole scalderei lo munno
S’io fossi omo ( probo e giusto ) t’el consentirei
MA NON LO SONO
E continuo ad emettere miasmi, fumi avvelenati dai camini,
dalle discariche, dalle ciminiere.
Fumi che avvelenano e che ricreano con incessante continuita’
una barriera invalicabile tra la terra, gli uomini ed il cielo che
rendendo pericolosi gli stessi raggi solari, allontanandoli sempre di più.
Sono l’homo echonomicus, colui che trasforma tutto ciò che lo
circonda in merce, siano essi beni comuni come l’acqua, il suolo,
l’aria oppure piante, fiori, animali o, addirittura, uomini, donne, bambini.
Per questa mia voracità mi dicono che fra non molto arriverò a distruggere
la stessa razza alla quale apparteniamo tutti: la razza umana.
Ma che importa.
In nome del momentaneo profitto e della momentanea fugace
Felicità possiamo ben permetterci di correre questo pericolo
anche perché le risorse di cui disponiamo potranno, forse, evitare il peggio.
Ed allora perché inquietarsi, perché rifuggire dal poter sfruttare tutto ciò
di cui abbiamo bisogno e non poterlo piegare ai nostri desideri.
Che male c’è ad inseguire la chimera di un benessere che, benché fittizio
ed effimero, può comunque assicurare, a pochi?, un benessere mai conosciuto?
Che male c’è ad arricchirsi a dismisura per potersi accaparrare tutto ciò
di cui io e tutti coloro che ci riusciranno avremo bisogno?
Forse che potremo vivere meglio sostituendo alla cultura ed alla pratica
della proprietà privata e del proprio egoismo una visione più universalistica
in cui la condivisione delle risorse ed il loro uso mirato ed equo ci potrà
garantire questo livello di benessere?
Non credo, e ne sono così intimamente convinto da inventarmi qualsiasi
possibilità di difesa e di offesa per rendere quanto più duratura questa
mia situazione di privilegio da dover difendere da tutti e contro tutti.
Questo è il mio destino e tale la mia condizione.
Non posso immaginare un mondo diverso e non sono disposto a tollerare
che questa mia condizione possa essere messa in discussione.
Da nessuno.
Succeda quel che succeda! “
CONRAF
Grazie di cuore al caro Conraf per averci fatto conoscere questo suo testo.
Grazie a Le_faju per la foto della libellula.